Circa 100 posti di lavori persi, aziende con fatturati a zero e poche prospettive per il futuro. Si presenta così il 2021 per gli autisti Ncc che lavorano, o meglio lavoravano, su Livorno, un tempo mercato floridissimo per il turismo da crociera. Le ultime fatture risalgono a novembre 2019, quando ancora nell’alta stagione gravitavano intorno al porto circa 60 noleggiatori al giorno che trasportavano ognuno 4-5 croceristi che partivano alla scoperta della Toscana. Poi il lockdown e la fine di tutto. “Nonostante questa crisi profonda, questi numeri così drammatici, gli aiuti sono stati irrisori. Anzi, insieme al danno la beffa: Livorno non è stata inserita nella lista delle città ad alta vocazione turistica destinatarie di aiuti speciali, anche se di navi da crociera ne ha ben 600 all’anno, mentre La Spezia, con sole 100 navi e un’unica banchina, sì. Perché?”. Azione Ncc si chiede il motivo di questa scelta che avrebbe aiutato attraverso contributi a fondo perduto tutti gli operatori turistici collegati alle crociere.
“La categoria degli Ncc è stata tra le meno supportate in questa fase – commenta Stefano Giusti, segretario di Azione Ncc – Veniamo considerati nella categoria dei trasporti, quindi sulla carta non dovremmo esserci fermati, ma di fatto lavoriamo esclusivamente con il turismo, che invece ha subito un tracollo”. Giusti prosegue portando ad esempio una piccola azienda associata che fatturava 150mila euro l’anno e che ha ricevuto come aiuti nel 2020 solo 2.200 euro. “Hanno due autisti stagionali che ovviamente non è stato possibile riassumere e che quindi sono senza sostentamento. E’ rimasta solo una segretaria in cassa integrazione che ha lavorato esclusivamente per gestire le cancellazioni che sono arrivate a valanga”. Ma non è l’unica storia. “Ci sono nostri colleghi che hanno anche famiglie numerose, figli che studiano, e non sanno come andare avanti. A chi devono chiedere aiuto?”. Qualcosa dovrebbe iniziare a muoversi in estate sul fronte arrivi, ma tutto è ancora un grande punto interrogativo, e per adesso restano solo conti in rosso e debiti.
“Abbiamo chiesto aiuto, siamo andati fino a Roma a parlare con il premier Conte, ma nulla è cambiato. I ristori sono stati per la nostra categoria una beffa – spiega Giusti – a partire da quelli del Governo fino agli imbarazzanti click day della Regione Toscana che ha lasciato fuori tanti di noi per cavilli burocratici. Se per il bene della salute pubblica non dobbiamo lavorare, dobbiamo pur vivere in qualche modo: che lo Stato ci aiuti con interventi seri e reali”